Non potete conoscere il significato della vostra vita finché non siete connessi al Potere che vi ha creato.
(Shri Mataji Nirmala Devi)
"Awake! awake O sleeper of the land of shadows, wake! expand!
I am in you and you in me, mutual in love divine:
Fibres of love from man to man thro' Albion's pleasant land."
In Jerusalem, William Blake descrive la caduta e redenzione dell'uomo e dell'umanità intera, che avviene con il finale ricongiungimento dell'anima con il Creatore:
"la sua caduta nella divisione & la sua Resurrezione all'Unità" (FZ 1.15).
E così all'inizio della sua opera scrive:
".....I rest not from my great task
To open the Eternal Worlds, to open the immortal Eyes
Of Man inwards into the Worlds of Thought, into Eternity
Ever expanding in the boson of God, the Human Imagination." (J. 5, 17-20)
("Non prenderò riposo dalla mia grande opera / di aprire gli Eterni Mondi, di aprire gli Occhi immortali / dell'Uomo verso l'interno nei Mondi del Pensiero, nell'Eternità / sempre in espansione nel cuore di Dio, l'umana Immaginazione")
In quello che rappresenta uno dei suoi più conosciuti poemi e probabilmente il suo "testamento" spirituale e lo svolgimento finale di un'idea che egli ha sviluppato per gran parte della sua vita, Blake aveva previsto le molte catastrofi e i conflitti che avrebbero colpito l'umanità, a causa dell'avidità e dell'egoismo umano, poichè riteneva che il potere senza la guida della saggezza potesse condurre solamente al disastro.
Blake vede come suo compito aprire le nostre menti all'influenza del Salvatore, che, secondo Blake, gli dettò il passaggio quasi all'inizio di Jerusalem, in cui dichiara:
"Non sono un Dio lontano, sono un fratello ed amico;
nel tuo cuore io risiedo e tu risiedi in me:
Ecco, noi siamo Uno..."
Egli, quindi, era giunto a profetizzare l'avvento di una nuova Gerusalemme, di una nuova civiltà basata su valori completamente diversi e in cui gli Dei avrebbero potuto dimorare assieme agli uomini; secondo Blake, inoltre, questa nuova era dell'uomo avrebbe avuto il proprio inizio proprio in Inghilterra. Egli, infatti, descrive uno stato di consapevolezza che è comune a tutti noi (o che è accessibile da tutti noi), e che non è limitato dalle condizioni dello stato della "caduta". E' uno stato, o un'energia, femminile, lunare (analogamente all'energia materna che in Sahaja Yoga conosciamo come la Kundalini) che viene data per compassione a coloro che "dormono":
"Vi è dalla Grande Eternità un dolce e piacevole riposo
Chiamato Beulah, un tenue Universo Lunare, femminile, amorevolmente
Puro, tenue e Gentile, dato in compassione a coloro che dormono"
"Tutto era una Visione, tutto un Sogno: le Fornaci diventarono
Fontane di Acque Vive che fluivano dall'Umanità Divina"
Jerusalem, tratta dall'opera di William Blake, a 200 anni di distanza è diventata quasi un inno nazionale per gli inglesi, e rappresenta, con la diffusione dei valori spirituali e con la profonda trasformazione che la nostra società sta attraversando, il compimento finale della visione di Blake.